Gli studenti che frequentano una scuola paritaria – previo pagamento di una retta annuale variabile da istituto a istituto- assolvono appieno all’obbligo di istruzione e ottengono un titolo con lo stesso valore legale di un istituto statale. Come detto, le scuole paritarie operano in assoluta autonomia sul piano didattico e formativo (pur dovendo seguire le linee guida dettate dal Ministro dell’Istruzione) e non sono tenute a rispettare l’obbligo della laicità (al contrario di quelle statali). Possono così essere dirette da enti o istituti a carattere religioso senza che questo vada a scalfire minimamente la validità legale del titolo di studio.
Per concludere, se si volesse fare una comparazione, si può affermare che una scuola paritaria (per quanto di proprietà non statale) è decisamente più assimilabile ad una pubblica rispetto ad una privata. Il sillogismo scuola paritaria uguale scuola privata è un falso mito- alimentato spesso da articoli improvvisati in rete- che da anni, nonostante gli sforzi di molti esponenti del mondo della scuola, continua ad imporsi nel dibattito pubblico generando confusione tra i genitori e non solo.
Un altro falso mito molto diffuso è relativo alle rette delle scuole paritarie che le renderebbero accessibili esclusivamente alle famiglie particolarmente facoltose escludendo, di fatto, i bambini provenienti da nuclei familiari poco abbienti. In realtà, i costi possono variare da istituto ad istituto e diverse scuole paritarie sono sostenute da fondazioni ed enti benefici che finanziano parte delle spesse necessarie al loro funzionamento, riducendo, dunque, le rette annuali d’iscrizione degli alunni.
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